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Gli europei non apprezzarono il cacao fin da subito. I conquistadores cominciarono a consumarlo, in forma di bevanda, come erano soliti fare gli indigeni, solo quando finirono le loro scorte di vino. Furono delle religiose di Oxaca ad avere l’idea di aggiungere lo zucchero di canna al cacao, addolcendo quel sapore amaro e rendendo più apprezzata la bevanda.
La vera e propria diffusione partì nel 1580, quando gli spagnoli iniziarono a spedire i primi carichi di semi di cacao in Europa. Ecco quindi, che nacquero le prime cioccolaterie e la cioccolata iniziò a diffondersi, agli inizi, era considerata una bevanda aristocratica, al centro dell’attenzione per gli scambi commerciali, la curiosità dei viaggiatori, e le cerimonie reali.
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Cristoforo Colombo ed il “cibo per porci”
Cristoforo Colombo, incontrò per la prima volta il cacao durante il suo ultimo viaggio verso il Nuovo Mondo. Era il 1502, quando arrivò a Guanaia, isola dei caraibi, e fu accolto con tessuti, oggetti in rame ed un particolare tipo di mandorla che fungeva sia da moneta che da ingrediente per la realizzazione di una bevanda. Sì, stiamo proprio parlando della fava di cacao.
Colombo non comprese da subito l’importanza di questi semi, e nemmeno quando li portò al re Ferdinando II di Aragona, furono particolarmente apprezzati.
Chi proprio disprezzò il cacao, fu Girolamo Benzoni, autore dell’Historia del mondo nuovo (1572), che affermò che il cacao era più simile ad una pappa per i porci, che ad una bevanda per gli uomini.
Hernan Cortés (1485-1547)
Hernan Cortés fu il primo europeo a comprendere l’importanza del cacao.
Partì con 11 navi da Cuba e sbarcò sulla costa di Tabasco, ad ovest dello Yucatan, il 21 Aprile 1519. Con lui, approdarono più di 500 soldati, e furono tutti accolti pacificamente dagli emissari di Montezuma II. Questo, non li fermò dal conquistare la capitale Azteca con l’utilizzo delle armi, sconosciute agli indigeni, che non opposero resistenza.
A favorire la conquista, contribuì una delle credenze del popolo: come abbiamo già visto nella storia precedente, proprio in quel periodo gli Aztechi aspettavano l’arrivo della reincarnazione del dio Quetzalcoatl, predetta dagli oracoli. Questa coincidenza, portò Montezuma a pensare che fosse proprio Cortéz la reincarnazione del Dio serpente! Ovviamente, viste le sue intenzioni, Cortéz lasciò credere che fosse vero e si fece ricoprire di doni preziosi, e ricevendo in regalo una piantagione di 6000 metri quadri di alberi di cacao, importantissimi e pregiati per il popolo azteco!
Cortes impose con la forza la sovranità spagnola, e quand0 tornò in Spagna nel 1528, portò con sé un carico di semi di cacao, il materiale necessario per la lavorazione, e il segreto della ricetta.
Come si diffuse il cacao in Europa?
Abbiamo appena visto come il cioccolato venne introdotto e si diffuse in Spagna. Ma come arrivò, e che impatto ebbe nel resto d’Europa? Iniziamo con una breve carrellata di ciò che accadde nei vari paesi europei, a cui seguiranno approfondimenti negli articoli successivi.
Belgio
Il Belgio, che fu feudo dell’impero spagnolo per due secoli, fu tra i primi territori a scoprire la bevanda del cioccolato, già diffusa nel Cinquecento. Le prime cioccolaterie nacquero alla fine del Seicento a Bruxelles. Grazie al cioccolataio Jean Neuhaus, il Belgio vide la nascita della pralina nel 1912 e del cofanetto di cartone denominato Ballotin nel 1915. (scopri di più – l’invenzione delle praline)
Italia
Gli spagnoli custodivano gelosamente la ricetta, che uscì dalla Spagna solo nel 1606, per opera del fiorentino Antonio Carletti. Fin da subito, i medici italiani utilizzarono il cioccolato come ricostituente, e verso la metà del Seicento, si diffuse in tutta Italia. Anche qui, non fu subito ben accolto da tutti: il Papa Pio V, lo definì addirittura disgustoso! Nonostante ciò, intorno al 1720, l’Italia raggiunse la fama europea grazie alle cioccolaterie di Venezia e Firenze; e nel Gran Ducato di Toscana la ricetta della cioccolata aromatizzata al gelsomino, era custodita come un segreto di stato!
Francia
Nel 1615, Luigi XIII sposò Anna d’Austria, originaria della Spagna, e fu proprio lei ad introdurre il cioccolato a corte francese.
David Chaillon fu il primo artigiano cioccolataio francese, che aprì nel 1671 il primo negozio parigino di “cioccolato da bere”.
Tra il Seicento ed il Settecento, il gusto tipico del cioccolato francese, comprendeva aromi profumati di vaniglia, chiodi di garofano, cannella e zucchero. La regina Maria Antonietta, invece, amava l’aggiunta di polvere di orchidea, fiore d’arancio o latte di mandorla.
Uno dei momenti più importanti per la storia della lavorazione del cioccolato, arrivò nel 1732. quando Du Buisson mise a punto un alto tavolo orizzontale riscaldato con fuoco a legna, che facilitava la macinazione dei semi, introducendo la meccanizzazione della lavorazione del cioccolato. Con la rivoluzione industriale, più avanti, si arrivò ad una vera e propria democraticizzazione, per la quale è importante ricordare due importanti figure: Emile Menier e Victoir Auguste Poulain e l’artigianato, fu messo in secondo piano dalle grandi industrie.
Austria e Germania
La cioccolata arrivò dall’Italia in Austria intorno al 1640. Inizialmente si diffuse nelle corti come bevanda, dando vita con il tempo alla tradizione viennese, che la vede servita in tazza con l’aggiunta di zucchero, vaniglia e panna montata.
Ma la vera innovazione, arrivò nel campo della pasticceria, quando nel 1778 nacque la prima ricetta di un dolce al cioccolato, che fu precursore di uno dei dolci tuttora famoso ed apprezzato: la Sacher Torte, realizzata per la prima volta con la ricetta che conosciamo, da Franz Sacher nel 1832. (scopri di più – link)
Gran Bretagna
Il cioccolato giunse in Gran Bretagna nel 1657, entrando in concorrenza con la diffusa moda del consumare caffè.
Nel 1674 il cioccolato da masticare, venduto in “rotoli alla spagnola” divenne un dolce popolare.
Nel 1697 nacquero a Londra le “Chocolate House”, locali conviviali dedicati alla nuova bevanda ( vedi articolo correlato).
Svizzera
Siamo abituati ad associare la svizzera al cioccolato. Eppure, fu l’ultimo tra gli Stati europei a conoscere il cioccolato! Vi si diffuse, infatti, a partire dal 1750, grazie ai mercanti italiani.
“Cioccolato da Ascoltare”
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