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La storia della cioccolata calda

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Il cacao fu consumato, per molto tempo, come bevanda. Dobbiamo ad un botanico, Girolamo Benzoni, autore de la “Historia del Nuovo Mondo” testo pubblicato nel 1565 a Venezia, la prima ricetta della cioccolata. Nel suo racconto, egli riporta quanto visto nel suo viaggio in centro America, durante i primi anni della colonizzazione, descrive un seme, chiamato cacaute, usato come moneta di scambio, frutto di un albero delicato che vive solo grazie all’ombra e al riparo fornito da altre piante, egli dice: “il frutto è a mo’ di mandorle e nasce in certe zucche di grossezza e larghezza quasi come un cucumero, matura in un termine di un anno e essendo di stagione lo cogliono e cacciatovi il frutto sopra certe stuoie, lo mettono al sole a’ asciugare, e quando lo vogliono bere, in un testo lo fanno seccare al fuoco e poi con le pietre che fanno il pane lo macinano e messolo nelle sue tazze, le quali sono a’ mo di zucche, che certi alberi producono per quelle campagne in ogni parte dell’ India e a poco a poco distemperatolo con acqua, e alle volte con un poco del suo pepe, lo beono, il quale pare beveraggio più da porci che da huomini”.

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Dagli Aztechi alla conquista dell’Europa


Per preparare la bevanda a base di cacao, gli aztechi facevano prima di tutto seccare i semi sul fuoco. Dopo di ché, li rompevano con delle pietre riducendoli in polvere, che versavano poi in bicchieri ricavati dalle zucche. Aggiungevano acqua e, talvolta, alcune spezie, e la bevanda era pronta.
In alcuni casi, gli Aztechi coloravano la miscela con il rocu, per dare alla cioccolata l’aspetto del sangue bevuto durante i sacrifici umani.

I conquistadores spagnoli, come abbiamo già visto nel corso della storia del cioccolato, aggiungevano zucchero di canna alla bevanda, per far sì che avesse un sapore più dolce e piacevole.
La cioccolata calda arrivò col tempo fino all’Europa, conquistandola e diffondendosi in nuove varianti. La bevanda era preparata partendo da una pasta di cacao solidificata in tavolette o rotoli, che venivano poi grattugiati.
Quando nel 1828 Van Houten mise a punto la polvere di cacao, la preparazione della bevanda fu facilitata.

Cioccolatiere

La tradizione degli aztechi, prevedeva che il cioccolato venisse sbattuto e fatto spumeggiare con un’astina di legno, chiamata mulinillo.
Nel XVII secolo, quando la ricetta della cioccolata venne resa più dolce, gli strumenti per servire la bevanda furono modificati: le cioccolatiere diventarono un oggetto raffinato, ed i materiali utilizzati in un primo momento (latta o stagno) vennero sostituiti con materiali più sofisticati, come l’argento e la porcellana.
La prima cioccolatiera d’argento conosciuta, appartenne a Luigi XIV, mentre i servizi di porcellana comparvero nel XVIII secolo.
L’impugnatura orizzontale era studiata per evitare di scottarsi, un’apertura nella parte centrale del coperchio, consentiva l’inserimento del mulinillo.

La cioccolata calda in Italia

 Fu Antonio Carletti, mercante fiorentino, ad introdurre la cioccolata da bere in Italia. Era il 1606, ed egli portò con sé dalla Spagna la ricetta più semplice: cacao, zucchero, vaniglia e cannella. L’aristocrazia italiana volle sperimentare sapori più raffinati, così modificarono la ricetta introducendone ingredienti come cedro o limone, muschio o ambra grigia, il gelsomino, particolarmente apprezzato alla corte dei Medici.
Il figlio dell’avventuroso mercante, Francesco Carletti, partecipò al viaggio intorno al mondo insieme al padre. Tornato a Firenze nel 1606, iniziò a scrivere le sue memorie, che vennero poi pubblicate nel 1701. Tra i suoi racconti, si può trovare la prima precisa descrizione del Cacao e della preparazione della cioccolata.

Mozart e la cioccolata: la cameriera Despina

Mozart fu un buongustaio, ed in particolar modo un amante della cioccolata. Nelle sue opere sapeva trasmettere, tra le altre cose, la sua passione per il cibo; in “così fan tutte” l’attenzione fu rivolta proprio sulla cioccolata, grazie al personaggio della Cameriera Despina che serviva il “cioccolatte” per curare la malinconia d’amore.

“Cioccolato da Ascoltare”

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Di Samuele De Marie

Chef di Cucina e Sommelier per diletto.
Frequento la cucina da quando ero adolescente, ho iniziato come Commis nell’albergo di mia zia Adele in Germania, dopo la maturità all’alberghiero e la laurea in economia ho fatto esperienze in Italia e all'estero, negli ultimi anni mi sono dedicato alla consulenza e alla formazione.
Il cioccolato non manca mai nei miei menu.